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Consultazione emendamento Art. 50 LStrI

Plateforme Traite ha partecipato al processo di consultazione sulla modifica dell’articolo 50 della legge sugli stranieri e l’integrazione (possibilità di casi di rigore in caso di violenza domestica).

In linea di principio, è molto difficile provare la violenza domestica, poiché nella maggior parte dei casi il reato avviene in un ambiente privato. La soglia di “intensità” e i requisiti di prova per l’esistenza della violenza domestica sono attualmente troppo alti. Molte autorità considerano alcuni atti di violenza troppo moderati e quindi rifiutano di rinnovare il permesso di soggiorno alla vittima. Questo porta molte vittime a rimanere in relazioni violente. Questa situazione è in contraddizione con una protezione coerente delle vittime e deve cambiare con urgenza.

Le vittime della tratta di esseri umani e le vittime di violenza domestica si trovano spesso di fronte a decisioni incoerenti da parte delle autorità. Sono riconosciute come vittime dai servizi statali di assistenza alle vittime e dalle organizzazioni specializzate nella protezione delle vittime, ma le autorità competenti in materia di migrazione si rifiutano di concedere loro la protezione internazionale che è loro dovuta.

Notiamo anche che in alcuni casi il matrimonio o le relazioni possono nascondere forme di reclutamento a scopo di sfruttamento. La violenza domestica può essere usata come mezzo di coercizione, come atto preliminare o in combinazione con la tratta di esseri umani.

Data la vicinanza di questi temi, il Tribunale amministrativo federale (FAT, F-4436/2019, supra, par. 6.2.4) ha fissato la soglia di prova per determinare se una persona sia o meno vittima della tratta di esseri umani per analogia con il livello di prova per le vittime di violenza domestica. La modifica dell’articolo 50 consentirebbe agli attestati di organizzazioni specializzate e ai certificati medici redatti dai professionisti che prestano loro assistenza di diventare una base sufficiente per stabilire la probabilità dello status di vittima di tratta, anche se questi elementi si basano principalmente sulle dichiarazioni della vittima, e ribalterebbe quindi gli attuali criteri stabiliti dalla giurisprudenza (decisione TAF, F-4436/2019, cit., considerando 6.2.5).

Per le vittime di tratta e di violenza domestica è molto difficile ottenere un permesso di soggiorno, anche se questo è la base per perseguire i colpevoli, prevenire una nuova vittimizzazione e avviare un processo di integrazione. Invece di proteggere le vittime, l’attuale legislazione e la sua attuazione troppo spesso favoriscono la continuazione delle relazioni violente.

La Plateforme Traite e i suoi membri accolgono quindi con favore la proposta di modifica dell’articolo 50 della legge sugli stranieri e l’integrazione. Si spera inoltre che questo emendamento abbia un effetto preventivo sugli autori di violenza e che in futuro le vittime possano accedere più facilmente ai servizi di assistenza alle vittime.

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